Cari amici,
dopo un paio di mesi di assenza ho deciso di informarvi riguardo gli sviluppi post evento del 25 Aprile.
Ma partiamo dall'inizio...
L'evento si è concluso con una interessante tavola rotonda durante la quale abbiamo avuto modo di confrontarci con la Senatrice Maria Laura Mantovani riguardo l'importanza dell'utilizzo del software libero per la Dad e le pubbliche amministrazioni.
Nel frattempo la Didattica a distanza è andata avanti e molte scuole, ahinoi, hanno deciso di utilizzare Google. Così mestamente, nelle mani di Google, si è concluso un anno scolastico difficile dove appare evidente la mancanza di consapevolezza riguardo l'importante tema della protezione dei dati e la convinzione di potersi fidare di software proprietari che paiono gratuiti ma che in verità trasformano i nostri dati in moneta sonante.
In questi giorni Wired riporta la notizia che : " Dal primo luglio le caselle email istituzionali della scuola italiana passano a Microsoft. Lo ha deciso il ministero dell’Istruzione, che nei giorni scorsi ha inviato una circolare tra gli istituti per annunciare la migrazione degli account di scuole e dirigenti su Office 365, la piattaforma cloud dell’azienda americana che raccoglie servizi di posta elettronica, lavoro condiviso e videochiamate."
Cito testualmente: L’operazione è passata in sordina, in giorni in cui il ministero guidato da Lucia Azzolina è nel mirino per le contestate linee guida per il rientro a settembre, le 85.150 cattedre scoperte e la criticata gestione nel periodo dell’emergenza Covid-19. Tuttavia, in rete, anche la migrazione delle caselle email sulla piattaforma di Microsoft ha ricevuto critiche, a cominciare da Wikimedia Italia (braccio della fondazione internazionale che gestisce Wikipedia), per la scelta di affidarsi a un programma proprietario anziché a un software open source.
Il documento di intesa tuttavia, non fa menzione del trasloco delle mail. Come riconosce lo stesso ministero quindi, non è stato firmato nessun protocollo specifico, nessun bando e nessuna manifestazione di interesse. Il ministero le definisce "Attività progettuali di evoluzione del sistema informativo dell'Istruzione" e non risponde alle domande riguardo i costi di questo trasloco.
A proposito di Microsoft è interessante l'articolo riportato dal Corriere Della Sera/Esteri dal titolo :
L'Unione Europea lancia l'allarme: Microsoft ci controlla i dati
Il supervisore europeo: abbiamo affidato al gigante informatico un potere eccessivo su istituzioni e funzionari. E ora minaccia di cambiare unilateralmente le condizioni.
Ma noi conoscitori del mondo digitale e della Privacy, cosa stiamo facendo?
l'Illustre professor Angelo Raffaele Meo del politecnico di Torino ha deciso di scrivere una lettera indirizzata alla Ministra Azzolina che molte persone, aziende e associazioni hanno deciso di sottoscrivere e stanno continuando a sostenere. Anche Continuity lo ha fatto, qui troverete il link per la sottoscrizione.
Nella lettera il Professor Meo chiede tre interventi specifici:
Proibire l'utilizzo di software proprietario nelle applicazioni della Pubblica Amministrazione che implicano il trattamento dei dati personali
Obbligare ad usare formati di file standard e aperti
Consentire l'uso di infrastrutture IT in Cloud soltanto se queste sono nel controllo della Pubblica Amministrazione Italiana (Private Cloud)
La notizia ha avuto vasta eco ed è stata riportata dal quotidiano Il Manifesto, sul Punto Informatico ed è stata citata dalla Senatrice Mantovani durante il suo intervento a sostegno del software libero:
Ne è seguito un incontro tra le associazioni, la Senatrice Mantovani e Furio Honsell consigliere regionale nel Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia durante il quale sono emersi alcuni punti e necessità interessanti, quali l'esigenza di mettere a disposizione le piattaforme open source nei portali del Miur e delle pubbliche amministrazioni.
Recentissimo l'intervento del Garante della Privacy:
Soro: “Meglio il registro elettronico che piattaforme cinesi o americane”.
ll tema vero e più importante”, dice Soro, “è quello di una piattaforma pubblica italiana che si faccia carico di mettere insieme risorse e competenze: per dati delicatissimi come quelli dei minori, ma anche per dati come quelli della salute o del fisco l’esfiltrazione rappresenta una facile rapina. Ed è bene che l’Italia si doti di una sua infrastruttura, auspicabilmente nell’ambito di una cooperazione anche europea, ma in ogni caso non possiamo vivere appoggiandoci alle piattaforme cinesi o americane di cui non sappiamo assolutamente niente. Il cui livello di protezione dei dati è affidato al buon cuore. Ecco perché da tempo stiamo ponendo il problema della realizzazione di una piattaforma pubblica italiana che metta insieme risorse e competenze”, ha concluso il Garante per la Privacy, Antonello Sor
L'esigenza dunque è quella di continuare il processo di digitalizzazione del paese Italia distribuendo consapevolezza sull'utilizzo delle tecnologie.
Mettere in campo le competenze italiane per superare il problema culturale che ci limita nelle decisioni e portare il tema anche nella politica dotando per esempio il Ministero dell'Innovazione e Digitalizzazione di una commissione parlamentare di riferimento che assicuri il dialogo e la possibilità di un intervento concreto.
Costruire una infrastruttura di rete efficace, su data center sicuri, in Europa, la creazione di un Cloud Pubblico e curato da partner privati, la costruzione di imprese che siano in grado di fornire servizi paragonabili a quelli dei colossi extra Europei, aiuti che permettano questi grandi investimenti e che pongano fine alla tirannia dei colossi Americani e Cinesi e al "traffico" dei nostri dati.
Noi di Continuity intanto siamo attivi su diversi progetti (di cui vi daremo presto notizie) con il fine di rendere disponibili strumenti open source per la didattica a distanza come quelli che potete vedere sulla home del nostro sito : comeinclasse.it
Dove eravamo rimasti?
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