Lettera alla ministra Azzolina

dal professor Angelo Raffaele Meo e le associazioni promotrici del software libero

Ill.ma Ministra,

la società che fornisce la nota piattaforma di videoconferenza “Zoom” è stata criticata per "carenze di sicurezza e scelte di progettazione inadeguate", per le sue politiche di privacy e condivisione dei dati aziendali e per mancanza di trasparenza. Ciò ha indotto alcuni governi come quello tedesco a vietare l’uso di Zoom. Invece, nel nostro paese, alcuni uffici scolastici ne hanno raccomandato l’uso, per cui quella piattaforma è diventata una fra le più diffuse nelle nostre scuole. 

Negli ultimi anni le tecnologie di intrusione malevola hanno registrato progressi clamorosi, per cui quello che è successo con Zoom potrebbe verificarsi in qualunque momento su qualunque altra tecnologia proprietaria. Per questa ragione noi riteniamo che nelle applicazioni della Pubblica Amministrazione che implichino il trattamento di dati personali, e in particolare nelle applicazioni per la scuola, si dovrebbe vietare per legge l’uso di prodotti dei quali non sia conosciuto il codice sorgente.

Con questo messaggio mi permetto di farLe notare l’inopportunità delle pagine di suggerimento dedicate sul portale del suo Ministero a importanti piattaforme didattiche proprietarie che sono ospitate su infrastrutture controllate dai giganti del web (come Google, Microsoft e Amazon) dove quindi confluiscono i dati e i metadati dei nostri studenti. Ricordo anche che le scuole sono tenute a scegliere le soluzioni da acquisire solo dopo aver realizzato la valutazione comparativa prevista dall’art. 68 del D. Lgs. 82/2005, che impone di preferire software libero: sarebbe importante che il Ministero supportasse le scuole nell’adempiere a quest’obbligo. 

Inoltre, Le chiedo il favore di adoperarsi per la promulgazione di una legge che:  

  • (i) Proibisca l’uso di software proprietario nelle applicazioni della Pubblica Amministrazione che implicano il trattamento di dati personali

  • (ii) Obblighi ad usare formati di file standard e aperti

  • (iii) Consenta l’uso di infrastrutture IT in Cloud soltanto se queste sono nel controllo della pubblica amministrazione Italiana (Private Cloud).  

Tenga presente che in Rete sono disponibili piattaforme libere caratterizzate da funzioni e prestazioni paragonabili o superiori a quelle delle più note piattaforme proprietarie. Ad esempio, nell’arco di pochi giorni, alcuni tecnici del Politecnico di Torino hanno realizzato, utilizzando una piattaforma libera, l’intero sistema di videolezioni che consente ogni giorno di trasmettere oltre 600 lezioni a 10.000 studenti.

In conseguenza di scelte scellerate degli ultimi decenni, il nostro paese è praticamente uscito dal comparto industriale delle tecnologie dell’informazione.

Negli ultimi anni, in virtù di un eccezionale sviluppo tecnologico, l’industria e il mercato dell’informatica libera sono letteralmente esplosi. Diversi siti specializzati nell’ospitalità e distribuzione di software libero annoverano milioni di progettisti e programmatori operanti su oltre 150 mila progetti; da questi siti sono scaricati milioni di programmi ogni giorno. Si apre così un’importante opportunità per l’economia del nostro paese. Per questa ragione ci permettiamo di chiederLe di adoperarsi, nell’ambito del Consiglio dei Ministri, per cogliere questa opportunità destinando gli investimenti che verranno a breve realizzati nel digitale esclusivamente a tecnologie in software libero.

Prof. Angelo Raffaele Meo



Angelo Raffaele Meo nasce a Cuneo nel  1935.
Nel 1971 è uno dei tre vincitori del primo concorso italiano a cattedra di Informatica. Dal 1979 al 1985 dirige il Progetto Finalizzato Informatica, al quale collaborano più di mille ricercatori di oltre cento strutture di ricerca accademiche e industriali. Nel periodo 1991-1996 dirige il Centro di Supercalcolo del Piemonte.

Come membro del CNR, è stato Presidente del Progetto Finalizzato Informatica (dal 1979 al 1985); ha quindi ricoperto cariche di crescente importanza presso diversi centri di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centro del Supercalcolo Piemonte - cui cui è primo presidente nel 1991) e nel 1998 ha fondato, insieme a Juan Carlos De Martin, il gruppo di ricerca Internet Media Group presso il suo ateneo. Dopo aver presieduto una commissione nazionale nel 2002 sul "codice a sorgente aperto", nel 2007 ha presieduto la Commissione Nazionale sull'Open Source, nell'ambito degli acquisti Software della Pubblica Amministrazione Italiana; successivamente è stato promotore della proposta di legge regionale per l'Open Source sui progetti di ricerca finanziati nella regione Piemonte: tale direttiva è ripresa nel Codice dell'amministrazione digitale (D. lgs n. 82, 7 marzo 2005)[6]. 

Negli anni tra il 2006 e il 2009 è presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino.   

Attualmente è membro del Comitato dei Garanti del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino, per il dibattito sulla libertà nell'ambito digitale, in particolare in Rete. Dal 2012 è professore emerito presso lo stesso ateneo. È membro del comitato scientifico del Museo Piemontese dell'Informatica.

E’  autore di oltre quattrocento pubblicazioni scientifiche su riviste  e di alcuni libri di successo. La sua attività scientifica ha trovato significativi riconoscimenti quali i premi nazionali "Lori" e "Bonavera" per L'Elettrotecnica, l’importante premio internazionale "Ricerca e Innovazione" promosso dall'Italgas (ora premio ENI) , e infine il premio"Galileo" per la divulgazione matematica.


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